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I partigiani senaghesi

Emilio Da Ponte, Emilio Lattuada e Luigi Mantica erano tre senaghesi coetanei (nati nel 1899/1898); sono morti in luoghi e modi diversi, ma tutti e tre sono vittime della repressione nazifascista.

Raccontiamo in queste immagini le loro storie, perché crediamo che sia fondamentale custodire la memoria attiva di quello che accadeva proprio qui, a Senago.

Prima dell’attuale emergenza sanitaria, in preparazione al 25 aprile ANPI Senago andava nelle scuole primarie dell’Istituto Marco Polo per lavorare con i ragazzi di quinta e i loro insegnanti sulla Liberazione e sulla memoria dei partigiani senaghesi.

Per il 25 aprile 2018 i ragazzi di quinta hanno realizzato due cartelloni su Che cos’è la libertà?, deposti come omaggio sotto le lapidi di Emilio Lattuada e Luigi Mantica. Per non dimenticare.

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L’ANPI va a scuola: pubblichiamo i lavori dei ragazzi e dalle ragazze delle scuole di via Liberazione e via Repubblica

In questa pagina vengono presentati i lavori eseguiti dai ragazzi e dalle ragazze dalle classi quindi degli istituti scolastici di via Liberazione e di via Repubblica a Senago per la festa della liberazione del 25 aprile 2018.

(clicca sul singolo disegno per vederlo ingrandito)

 

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Classi Quinte di via Liberazione (della scuola “Alessandro Manzoni”): la Quinta A, la Quinta B e la Quinta C dell’anno scolastico 2017-2018

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Classi quinte di via Repubblica: Quinta A, Quinta B e Quinta C dell’anno scolastico 2017-2018.

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La scuola che vorremmo

sfasciando scuola statale

Nella visione costituzionale, la scuola pubblica, insieme al lavoro costituisce un valore essenziale, è un presidio fondamentale per rimuovere gli ostacoli alla realizzazione della persona umana (Art. 3 della Costituzione), per educare alla cittadinanza e per formare la coscienza civile delle nuove generazioni; coscienza che deve essere fondata sulla reintroduzione, in tutti gli ordini di scuola, dell’insegnamento della storia contemporanea, su una più strutturata e rigorosa conoscenza della storia dell’antifascismo e della Resistenza, fondativi della Carta costituzionale. La scuola pubblica, l’università, la ricerca, la cultura sono altresì un fattore essenziale dello sviluppo economico, sociale, civile e culturale del Paese, dalla loro qualità dipende il suo stesso futuro, soprattutto in una società globale in cui il principale fattore di diseguaglianza rischia di essere la conoscenza. […..]

Un Paese che investa nella ricerca e nella formazione è un Paese che prepara con decisione il proprio futuro secondo modelli equi e sostenibili, dando la priorità alla ricerca di base, medica e farmaceutica per le energie rinnovabili. Non dobbiamo dimenticare mai che il nostro futuro, la nostra vita e quella delle nostre famiglie dipende anche dall’impegno che metteremo nella tutela e nella salvaguardia dell’ambiente, oggi esposto a troppi attentati. È interesse della collettività garantire un ambiente il più possibile sicuro, prevenendo e combattendo i vecchi ed i nuovi rischi. Su questo terreno occorre adoperarsi per ottenere un nuovo e diverso impegno da parte delle istituzioni che ci governano.

Fin qui la parte essenziale del documento del congresso del 2011. Che cosa dobbiamo dire, oggi, di fronte ad un progetto di riforma della scuola che ha già suscitato proteste, contrasti e discussioni? Non entreremo certamente nel dettaglio, perché non è questo il nostro compito. E del resto, poiché è stata dichiarata da parte governativa una certa disponibilità ad eventuali modifiche nell’iter parlamentare, è conveniente non scendere nei particolari, indicando però con fermezza i punti della riforma che ci sembrano contrastare con quanto indicato, appunto, dal documento politico congressuale.

Li elenco rapidamente:

A – la sostanziale riduzione delle risorse destinate alla scuola, laddove esse dovrebbero essere incrementate;

B – il ricorso esplicito alle fonti di finanziamento privato, in sé discutibile ma ancor più da evitare ove esso si prospetti in termini tali da far prevedere una divisione fra scuole d’élite e scuole di minore importanza;
gli interventi previsti per potenziare le detrazioni per le rette pagate alle scuole paritarie, che appaiono in contrasto con i princìpi di fondo della Costituzione e tanto più in una fase di sofferenza della scuola pubblica;

D – l’attribuzione di tali poteri al dirigente scolastico, da ridurre sostanzialmente le forme di partecipazione democratica e nel contempo da realizzare una gestione “solitaria”, dotata di un’amplissima discrezionalità, così riducendo gli organi collegiali ad un ruolo meramente consultivo;

E – il potenziamento di alcune materie, in sé giusto, ma omettendo di prevedere quello dell’insegnamento della storia contemporanea e di tutto ciò che contribuisce alla formazione di una “ cittadinanza attiva”, che è veramente essenziale per la costruzione di una società democratica, basata su una consapevole e informata partecipazione.

Devo dire che quest’ultimo aspetto è quello che, in un certo modo, appare fondamentale, più di ogni altro, proprio per conseguire quelle finalità che si desumono da tutto il contesto della Costituzione e che costituiscono la premessa e l’obiettivo di fondo di quanto risulta dal documento più sopra trascritto.

Insomma, a noi interessa che non prevalga un modello di scuola centralistico, che si affermi, invece, un profilo pluralista e democratico di ogni tipo di insegnamento, che la scuola sia fortemente impegnata per favorire il progresso democratico del Paese, proprio con la formazione di generazioni non solo tecnicamente preparate, ma “allevate“ nel culto della legalità, della dignità della persona, della democrazia e pienamente edotte delle pagine migliori della storia del nostro Paese e del contenuto imprescindibilmente democratico dell’intero disegno costituzionale.

Dobbiamo, dunque, impegnarci tutti per garantire il rispetto dei princìpi sopra enunciati, nella speranza che in Parlamento ci sia tempo e modo di approfondire tutte le tematiche relative alla scuola, con l’aiuto anche delle organizzazioni sindacali e delle associazioni che di essa si occupano in modo specifico, cercando di costruire un profilo condiviso e democraticamente definito di ciò che dovrà essere la scuola del futuro (anzi, addirittura quella del presente).
Carlo Smuraglia da “Anpi news”

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Il 25 aprile va a scuola

25aprile2014ANPI Senago, in collaborazione con la scuola secondaria di I grado I.C. Marco Polo di Senago, hanno organizzato, per la ricorrenza del 25 aprile 2014, il concorso “Dalla Resistenza la Costituzione”. I disegni ralizzati dai ragazzi di terza media, sono stati esposti presso Villa Sioli.

Vincitrice del concorso il disegno (usato per i manifesti esposti dal Comune) di Chiesa Alice, classe 3C,  intitolato “COSTITUZIONE” che lei stessa descrive così:

“Con questo disegno ho deciso di rappresentare i principi fondamentali della Costituzione Italiana con diverse App. La nostra Costituzione, che è una delle migliori al mondo, sancisce tutti i diritti fondamentali, come la libertà di pensiero, il diritto al lavoro, la tutela del patrimonio culturale, l’istruzione, la giustizia, l’uguaglianza e moltissimi altri. Insomma, i padri costituenti hanno fatto un ottimo lavoro e se i frutti non si vedono è solo perchè la maggior parte delle persone non ha mai preso in mano quel libro e molte volte non l’ha neanche letto.”

 

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