Archivi del mese: aprile 2020

25-04-1945 – 25-04-2020 – 75° Anniversario della Liberazione.

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Gentile sindaco,

leggiamo il comunicato stampa sul sito del Comune di Senago a proposito della celebrazione del 25 aprile, anniversario della Liberazione. Ci piace constatare che sia subito ricordato a tutti i Senaghesi che appunto il 25 aprile si celebra l’anniversario della Liberazione.

Nel seguito del comunicato però il concetto appare offuscato.

Non è pedanteria, ma senso civile e responsabilità sociale che ci fa sottolineare che la giornata del 25 aprile non è dedicata ai caduti di tutte le guerre (e, perdoni: guerre, non Guerre, ché né grammatica né etica permettono la maiuscola), ma è l’anniversario della Liberazione. Si ricorda la lotta di donne e uomini contro il regime nazista e fascista. Il 25 aprile 1945 il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia ordina l’insurrezione generale di tutti i territori dell’Italia ancora occupati dai nazi-fascisti.

La Liberazione avviene quindi per opera dei partigiani. Immaginiamo che nel comunicato stampa ci si riferisca a loro quando si scrive di visioni e pensieri differenti.

Ci dispiace però che la parola ‘partigiani’ non ci sia neppure una volta nel messaggio del Comune di Senago. Eppure, sarebbe stata quanto mai appropriata quest’anno, quando la malattia ha portato via molti partigiani. Ci sarebbe piaciuto leggere nel comunicato un ricordo esplicito alla loro lotta di Liberazione, contro il fascismo (altra parola stranamente assente nel comunicato). Rendendo omaggio al Sacrario, il 25 aprile ha deposto la corona anche in onore di Luigi Mantica ed Emilio Lattuada, due civili che hanno dato la vita per la Libertà dal nazifascismo. Non appartenevano né alle Forze armate, né alle Forze dell’ordine. Erano un infermiere ed un centralinista che prestavano il loro lavoro nell’Ospedale di Garbagnate Milanese. Nel novembre del 1944 furono trascinati via, insieme con altri operatori della Sanità, dai nazisti e dalle Brigate Nere, fascisti con sede a Bollate. Quel giorno fu ammazzato di botte Mantica; Lattuada perì nel campo di concentramento di Flossemburg.

Infine, non possiamo che condividere il disagio espresso nel comunicato per l’anomalia delle celebrazioni del 25 aprile 2020: avremmo voluto essere in tanti a Senago, come a Milano. Purtroppo le circostanze straordinarie non lo hanno permesso e dunque ci si è giustamente attenuti alle disposizioni nazionali, nel pieno rispetto delle norme della sicurezza, a cui va senz’altra data priorità in questo momento.

I cittadini senaghesi hanno partecipato dai balconi, intonando ‘Bella ciao’, a ricordo dei partigiani, in occasione dell’anniversario della Liberazione.

La ringraziamo per l’attenzione e la salutiamo cortesemente,

Associazione Nazionale Partigiani d’Italia (ANPI) sezione di Senago

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25 Aprile 2020 – 75° Anniversario della Liberazione.

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Iniziano con il mese di aprile le celebrazioni del 75° Anniversario della Liberazione che, quest’anno, non potranno svolgersi nelle forme consuete, a causa della pandemia di coronavirus.

Se si vuole intendere cosa fu la Resistenza italiana non si deve fare riferimento soltanto al periodo che va dall’8 settembre 1943 al 25 aprile 1945.

La Resistenza non attese Kesselring: essa aveva già avuto inizio sin da quando era cominciata l’oppressione, cioè sin da quando lo squadrismofascista aveva iniziato la sistematica distruzione delle Camere del lavoro, delle cooperative, delle organizzazioni operaie e contadine sia socialiste che cattoliche, seminando il terrore e la morte.

Senza l’opera dei primi oppositori al regime fascista tempratisi attraverso processi e carceri non ci sarebbe stata la nostra Resistenza, che tra le sue prime vittime ha visto uomini come Giacomo Matteotti, Antonio Gramsci, Giovanni Amendola, i fratelli Rosselli, Don Minzoni, Piero Gobetti.

La Resistenza ha avuto i suoi antecedenti più diretti nella partecipazione degli antifascisti a difesa del governo repubblicano, nel corso della guerra civile spagnola.

La Resistenza italiana si è caratterizzata per una sua particolare complessità.

Non è stata solo delle partigiane, dei partigiani del Corpo Volontari della Libertà che agivano nelle montagne e nelle città, ma di quelle unità italiane che combatterono e caddero nelle isole dell’Egeo, a Cefalonia, a Lero, a Rodi; dei militari italiani catturati dopo l’8 settembre 1943, deportati nei lager tedeschi (furono complessivamente 650.000, 50.000 dei quali non fecero ritorno) che preferirono la prigionia alla promessa di rientrare in Italia, subordinata alla loro adesione alla Repubblica di Salò; degli oppositori politici al regime nazifascista, dei lavoratori deportati nei campi di concentramento a seguito del grande sciopero generale del marzo 1944; degli ebrei che videro spegnere la propria vita nei campi di sterminio nazisti.

Notevole e di grande peso fu la partecipazione delle donne alla lotta di Liberazione che conquistarono il diritto di voto, di cui erano prive, militando nelle file della Resistenza italiana.

C’è stata quindi una Resistenza armata e una Resistenza non armata: entrambe hanno svolto un ruolo fondamentale per la Liberazione del nostro Paese dal nazifascismo.

Determinante fu il largo schieramento unitario di tutti i partiti, dal Partito comunista a quello monarchico che, all’indomani dell’8 settembre 1943 costituirono il Comitato di Liberazione Nazionale per “chiamare gli italiani alla lotta e alla Resistenza”.

E Milano, Città Medaglia d’Oro della Resistenza ha voluto ricordare i Combattenti milanesi per la Libertà incidendo i loro nomi sotto la Loggia dei Mercanti, luogo simbolo della Resistenza milanese.

Roberto Cenati – Presidente Anpi Provinciale di Milano

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