
La Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza sta correndo un grave rischio, quello del suo stravolgimento. L’ANPI ha espresso un giudizio estremamente negativo sul testo della legge di revisione costituzionale, approvato da una maggioranza, peraltro variabile e ondeggiante, prevalsa nel voto parlamentare, anziché come frutto di un consenso maturato fra le forze politiche.
Invitiamo tutti i cittadini a votare NO il 4 dicembre perchè siamo di fronte ad una revisione pasticciata che renderebbe il funzionamento delle istituzioni estremamente confuso e farraginoso. La modifica di ben 47 articoli della Costituzione avrebbe un pericoloso impatto sui principi fondamentali. Se vincesse il sì ci troveremmo di fronte ad un Senato, non più eletto dai cittadini ma, che pur privo dell’investitura popolare, eserciterebbe importanti funzioni legislative. Il primo ad essere toccato sarebbe quindi l’articolo 1 della Costituzione che recita : “La sovranità appartiene al popolo”. Inoltre verrebbe intaccato anche un altro principio fondamentale espresso nell’articolo 5 “la Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie locali”. La revisione prevede infatti che su proposta del governo lo Stato possa intervenire anche in materie di competenza esclusiva delle Regioni. In tal modo le Regioni perderebbero quasi completamente la loro autonomia legislativa.
La revisione costituzionale porterebbe inevitabilmente al rafforzamento del potere esecutivo. Il suo intreccio con la legge elettorale che prevede un premio di maggioranza esorbitante alla Camera dei Deputati per la lista vincente, cambierebbe sostanzialmente la forma di governo. La democrazia costituzionale ne risulterebbe stravolta. I cittadini rimarrebbero senza voce: con un Senato non più eletto dal popolo ma da consiglieri regionali che si eleggono fra loro, con una Camera dove domina una maggioranza artificiale creata distorcendo l’esito del voto. Una Camera in cui la maggioranza dominerebbe le istituzioni, estendendo la sua influenza alle stesse istituzioni di garanzia. Se questo scenario dovesse prevalere la nostra non sarebbe più una Repubblica parlamentare.
E’ da decenni che gli Italiani stanno attendendo cambiamenti. L’attesa non riguarda però la Carta Costituzionale che è gia stata modificata numerose volte. L’attesa è per il cambiamento del Paese, per riforme che rendano la vita di ognuno degna di essere vissuta. Ma per far questo non si può pensare, come si sostiene, di “modernizzare”, o meglio stravolgere la Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza. Il Paese lo si cambia attuando la Costituzione nei suoi principi e nei suoi valori fondamentali, a cominciare dall’art.1 che recita “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro”.
Per tutti questi motivi invitiamo gli elettori a votare NO il 4 Dicembre.
ANPI Provinciale di Milano