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Puntualizzazioni riguardo il Referendum sulla Riforma Costituzionale

Le idee di chi scrive su questo blog, a riguardo del prossimo Referendum sulla Riforma Costituzionale, sono sicuramente chiare e ben note ai lettori. E’ netta la nostra presa di posizione a favore del No e la partecipazione militante dell’ANPI per respingere la cosiddetta Riforma Boschi-Renzi. 

Siamo ovviamente di parte e non ci piace dipingere un mondo nel quale si possa fare finta di recitare contemporaneamente ed ipocritamente il ruolo di diavolo e di acquasanta e con troppa leggera disinvoltura. Prendendo in prestito un passo del Nuovo Testamento ci verrebbe facilmente da dire che“Non si può servire Dio e Mammona”Non si può stare contemporaneamente su entrambi i fronti di una barricata.

Con un certo imbarazzo ci tocca sottolineare che una rivista, che a quest’ora avrà già raggiunto diverse famiglie senaghesi, trova al suo interno un editoriale del proprio direttore che, scrivendo sul prossimo Referendum, che probabilmente dovrebbe svolgersi a novembre-dicembre, cerca di riassumere simultaneamente le ragioni del Sì e le motivazioni del No.

Peccato che nel fare questo si illustrino le ragioni del Sì in modo anche correttamente partigiano, lo stesso direttore ci pare sia membro del Comitato locale per il Sì alla riforma. Non c’è nulla di male nell’essere di parte. Chi tra noi ha ancora un po’ di memoria storica e con il cuore che batte ancora a sinistra amerà senz’altro il passaggio di Antonio Gramsci relativo all’essere di parte ed allo schierarsi (ndr Odio gli indifferenti). Dicevamo che purtroppo nell’editoriale della rivista di cui sopra, sembrano chiare le ragioni del Sì, ma invece appare decisamente caricaturale il disegno che descrive le motivazioni di chi sostiene il No alla Riforma.

Non vogliamo calarci nel ruolo dei soliti Professoroni così invisi al premier del nostro paese, ma ci pare che l’editoriale di Senago – Noi e la Città contenga alcune inesattezze.

Ne elenchiamo solo un paio per sgomberare il campo da notizie fuorvianti e banalmente false.

  1. Non esiste un abbassamento automatico del quorum per i referenda abrogativi. Questo quorum (il numero di partecipanti al voto perchè un referendum venga dichiarato valido) viene ridotto solamente se le firme raccolte per indire la consultazione popolare hanno raggiunto la quota di 800mila invece delle consuete 500milaNon è affatto una cosa semplice. Chi ha avuto anche poche esperienze di raccolta firme ricorderà che un numero così elevato è stato raggiunto in poche e rare occasioni. Il tempo per la raccolta firme è di soli tre mesi e stante la forte crisi di partiti, movimenti, sindacati ed associazioni e di tutti i corpi intermedi di questo paese risulta lampante come il risultato sia pressochè irraggiungibile. Probabilmente per la raccolta firme sull’acqua pubblica si superò il milione di firme, ma purtroppo sappiamo quanto l’esito di quel referendum sia rimasto inascoltato e soprattutto siano state disattese le richieste dei cittadini. Un buon governo dovrebbe vigilare sul rispetto per le decisioni del popolo sovrano. 
  2. Si accenna nel già citato editoriale, secondo chi scrive un po’ populisticamente nell’ottica di inseguire ed ammansire un certo grillismo che prende sempre più piede, che vi saranno 315 stipendi da senatore in meno. Ebbene il Senato non è completamente cancellato. Forse sarebbe stato addirittura meglio eliminarlo totalmente, tuttavia in presenza di una legge elettorale proporzionale.  Con il combinato disposto della Legge Elettorale Italicum e della Riforma Costituzionale crediamo proprio che lo scenario non sia dei più democratici possibili. I 100 residui senatori, un po’ sindaci, un po’ consiglieri regionali che si eleggeranno tra loro, un po’ come avviene già per i membri del Consiglio della Città Metropolitana, finiranno sicuramente per svolgere male entrambe le funzioni. Ebbene questi nuovi senatoririceveranno comunque degli emolumenti e/o dei rimborsi e quindi sarebbe bene non buttare fumo negli occhi, parlando di un netto risparmio di 315 stipendi senatoriali. Ad oggi non è ancora chiaro quanto sarà il reale risparmio che si avrà una volta approvata questa nuova versione della Costituzione. I più ottimisti parlano di circa il 9% in meno della spesa attuale. Non certo la rivoluzione promessa !!

Crediamo, ma è solo una nostra modesta opinione, che, per amore della democrazia e di un dibattito franco, anche tanti giornali locali dovrebbero ospitare espressioni e motivazioni di voto dando la parola a rappresentanti delle parti a confronto. Si eviterebbero a volte molti malintesi ed alcune sintesi un po’ troppo azzardate.

Su questo sito non mancheranno, soprattutto nei prossimi due mesi, nuovi aggiornamenti ed anche appassionate discussioni sul merito del Referendum e quindi stay tuned…

 

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