Archivi del mese: giugno 2013

CHIUDIAMO LA SKINHOUSE DI BOLLATE

Bollate – 09/06/2013

Il Comitato Antifascista di Bollate ricorda ai cittadini che dal 2008 opera e lavora in difesa dei valori del moderno antifascismo e dell’antirazzismo, denunciando da sempre la presenza nella nostra città della sede della pericolosa setta neonazista hammerskin, utilizzata anche per azioni di proselitismo.

Ora finalmente anche a Roma si è parlato della skinhouse di Bollate riconoscendo la gravità del problema a livello nazionale, come sempre sostenuto dal Comitato in questi anni in tutte le sue iniziative. Sono state iniziative, dai cortei ai presidi e agli eventi culturali, nelle quali il Comitato ha sempre affrontato il riemergere del fascismo e neonazismo, con tutto quanto di abbietto ciò comporta, nella vita della nostra società.

Il Comitato, operando in rete con le altre associazioni e comitati simili sul territorio, è attivo e lo sarà sempre di più prossimamente, con ulteriori iniziative pubbliche sociali e culturali, a partire fin dalle prossime settimane.

Comitato Cittadino Antifascista – Bollate

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Violenza nazifascista in Francia

L’ANPI di Senago esprime rabbia, rammarico e tristezza per la morte del diciannovenne antifascista francese Clément Méric, picchiato a morte da persone appartenenti alla destra estrema nazifascista. La barbarie della violenza ci lascia sempre basiti, ma quando ad andarsene è un giovane nel fiore dell’età, lo sgomento lascia un po’ di spazio alla rabbia.
L’ANPI si batte, affinché nessuno muoia vilmente calpestato dalla brutalità di chi prevarica con la forza, di chi soffoca la pluralità di idee e lo scambio di opinioni con il manganello.
La sezione saluta con tristezza il giovane partigiano, inutilmente ucciso dall’ignoranza e dalla violenza.

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Appello ai giovani di Concetto Marchesi

Nel congedarsi da Rettore dell’Università di Padova, prima di scappare in montagna per intraprendere la lotta partigiana, Concetto Marchesi pronunciò questa bellissima esortazione alla Resistenza.  La coscienza del latinista catanese impedì di continuare a ricoprire l’altissimo incarico nel prestigioso ateneo patavino e lo spinse a prendere coraggiosamente la strada per la montagna. A più di sessant’anni di distanza risuonano ancora vive le parole dell’accademico e suscitano al lettore una certa emozione…

Studenti dell’Università di Padova!

Sono rimasto a capo della Vostra Università finche speravo di mantenerla immune dall’offesa fascista e dalla minaccia germanica; fino a che speravo di difendervi da servitù politiche e militari e di proteggere con la mia fede pubblicamente professata la vostra fede costretta al silenzio ed al segreto. Tale proposito mi ha fatto resistere, contro il malessere che sempre più mi invadeva nel restare a un posto che ai lontani e agli estranei poteva apparire di pacifica convivenza mentre era un posto di ininterrotto combattimento.
Oggi il dovere mi chiama altrove.
Oggi non è più possibile sperare che l’Università resti asilo indisturbato di libere coscienze operose, mentre lo straniero preme alle porte dei nostri istituti e l’ordine di un governo che – per la defezione di un vecchio complice – ardisce chiamarsi repubblicano, vorrebbe convertire la gioventù universitaria in una milizia di mercenari e di sgherri massacratori. Nel giorno inaugurale dell’anno accademico avete veduto un manipolo di questi sciagurati, violatori dell’Aula Magna, travolti sotto l’immensa ondata del vostro irrefrenabile sdegno. Ed io, o giovani studenti, ho atteso questo giorno in cui avreste riconsacrato il vostro tempio per più di venti anni profanato; e benedico il destino di avermi dato la gioia di una così solenne comunione con l’anima vostra. Ma quelli che per un ventennio hanno vilipeso ogni onorevole cosa e mentito e calunniato, hanno tramutato in vanteria la disfatta e nei loro annunci mendaci hanno soffocato il loro grido e si sono appropriata la vostra parola.

Studenti: non posso lasciare l’ufficio di Rettore dell’Università di Padova senza rivolgervi un ultimo appello. Una generazione di uomini ha distrutto la vostra giovinezza e la vostra Patria. Traditi dalla frode, dalle violenza, dall’ignavia, dalla servilità criminosa, voi insieme con la gioventù operaia e contadina, dovete rifare la storia dell’Italia e costruire il popolo italiano.

Non frugate nelle memorie o nei nascondigli del passato i soli responsabili di episodi delittuosi; dietro ai sicari c’è tutta una moltitudine che quei delitti ha voluto e ha coperto con il silenzio e la codarda rassegnazione; c’è tutta la classe dirigente italiana sospinta dalla inettitudine e dalla colpa verso la sua totale rovina.

Studenti, mi allontano da voi con la speranza di ritornare a voi maestro e compagno, dopo la fraternità di una lotta assieme combattuta. Per la fede che vi illumina; per lo sdegno che vi accende, non lasciate che l’oppressore disponga della vostra vita, fate risorgere i vostri battaglioni, liberate l’Italia dalla schiavitù e dall’ignoranza, aggiungete al labaro della Vostra Università la gloria di una nuova più grande decorazione in questa battaglia suprema per la giustizia e per la pace nel mondo.
Il Rettore: Prof. Concetto Marchesi

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Solidarietà a Saverio Ferrari

Ancora pesanti intimidazioni e minacce fasciste contro Saverio Ferrari. E’ accaduto pochi giorni fa a Pavia dove presso la sede dell’Anpi era in programma un incontro con Saverio (Osservatorio Democratico sulle nuove destre) sul tema ‘Fascisti su Marte? Tra fascismi vecchi e nuovi’.
La notte precedente, ignoti avevano lasciato le scritte “Ferrari assassino”, “Saverio pagherai”, “Sergio vive”, insieme a svastiche e croci celtiche, in corso Garibaldi davanti alla sala del Comune in cui si sarebbe svolto l’incontro, in strada, nel cortile e nell’atrio. Per farlo, qualcuno aveva scavalcato i cancelli e divelto una grata. Striscioni contro Ferrari erano stati messi anche sul raccordo di Bereguardo. Nei giorni precedenti il fronte Pavia Skin Heads aveva diffuso un volantino in cui invitava i cittadini a disertare l’incontro e accusavano Ferrari dell’omicidio di Sergio Ramelli (un’accusa sempre ripetuta da simili figuri, ma documentatamente e giuridicamente falsa!). Forza Nuova aveva chiesto l’autorizzazione per un presidio davanti all’aula, poi spostato in piazza della Vittoria e alla fine annullato. «Questi episodi – ha commentato Umberto Massa, segretario dell’Anpi Pavia Centro – mostrano quanto sia importante richiamare l’attenzione sul neofascismo che vediamo crescere qui e in Europa. A Pavia sono tornati i volantinaggi davanti a scuola e una presenza sempre più organizzata, ci sono state le liste neonaziste ad Alagna Lomellina: non bisogna abbassare la guardia. Quest’azione segnala che le nuove destre non gradiscono che l’Anpi si occupi di loro».

Saverio Ferrari è costantemente preso di mira dai neofascisti e neonazisti, perché da anni si occupa di loro, documentandone l’azione, ricostruendone la storia, partecipando a incontri i dibattiti su questo tema. Ricordiamo i suoi libri “Da Salò a Arcore. La mappa della destra eversiva” (2006); “Le nuove camicie brune. Il neofascismo oggi in Italia” (2009); “Fascisti a Milano. Da Ordine Nuovo a Cuore Nedro” (2011); fino al libro appena uscito “I denti del drago. Storia dell’Internazionale Nera tra mito e realtà” (2013).

Il Direttivo dell’ANPI senaghese dimostra nuovamente solidarietà a Saverio Ferrari e constata l’estrema gravità di un tale gesto in una città universitaria, dove si auspica la presenza di una “società civile” attenta e sensibile ai rigurgiti neofascisti e neonazisti.

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